Quenza - Bonifacio
La
mattina del terzo giorno ci svegliamo, finalmente, con un tempo
clemente. Ci rimettiamo in marcia, di nuovo verso sud: per la
giornata abbiamo in programma un'escursione, nello specifico la
camminata che porta ad una cascata dal nome un po' bizzarro, “Piscia
di Gallo”. Percorriamo una trentina di chilometri lungo la la D368,
con una breve sosta a Zonza, un grazioso paesino abbarbicato tra le
montagne.
Dopo una piacevole oretta di viaggio tra i boschi, arriviamo quindi al grosso parcheggio (a pagamento) da cui inizia il sentiero per la camminata. Ci accolgono fortissime raffiche di vento, che ci accompagneranno anche durante il percorso.
Dopo una piacevole oretta di viaggio tra i boschi, arriviamo quindi al grosso parcheggio (a pagamento) da cui inizia il sentiero per la camminata. Ci accolgono fortissime raffiche di vento, che ci accompagneranno anche durante il percorso.
Il
sentiero è abbastanza facile, almeno nella prima parte: ci si
inoltra tra gli alberi, guadando poi un paio di torrenti. La seconda
parte invece è allo scoperto, offrendo ampie vedute panoramiche
sul golfo di Porto Vecchio. Dopo circa una quarantina di minuti si
arriva così alla fine del percorso “standard”, da cui si
intravede attraverso le fronde degli alberi la cascata. In realtà
però il sentiero non termina qui, perché per chi vuole si può
continuare lungo la parte più difficile. Qui infatti il sentiero si
trasforma in una serie di massi da affrontare con l'aiuto di un
corrimano: una parte di percorso non facilissima, anche se l'abbiamo
vista affrontare anche da dei bambini temerari..
Nonostante
tutto, però, arriviamo in fondo: da una serie di sporgenze rocciose
si può ammirare lo spettacolo della cascata, il tutto in una
piacevole frescura dovuta agli schizzi d'acqua sottostante. Purtroppo
non ci si può avvicinare oltre alla cascata.
Dopo
un brindisi a base di Amaro Montenegro, la nostra mascotte di
viaggio, ritorniamo al parcheggio, e dopo un breve spuntino ripartiamo alla volta di Porto Vecchio. Ci fermiamo alla bellissima spiaggia di Palombaggia, dove ci rosoliamo al sole
per il resto del pomeriggio.
La
sera decidiamo di muoverci ancora più a Sud, e ci rechiamo quindi a
Bonifacio. La città è affascinante: sorge in cima ad una collina, e
dalla sua cittadella si ha una vista spettacolare delle falesie a
picco sul mare, e anche della Sardegna. Con le luci del tramonto,
poi, l'effetto è ancora più memorabile.
Bazzichiamo
un po' per le vie del centro, cercando un posto in cui
mangiare, con l'acquolina che sale a causa dal profumo di mangiare
che si annida per le strade. Sfortunatamente veniamo rimbalzati in
tutti i locali in cui tentiamo, così ritorniamo giù al porto, dove
andiamo a cenare al Kissing Pigs, un locale un po' particolare
consigliato dalla Lonely Planet. Io prendo un buonissimo tagliere in
cui assaggio salumi e formaggi del luogo; tra gli altri piatti
provati dai miei amici, pare che lo stufato di agnello ai fichi
meriti davvero.
Sazi
(e stanchi), riprendiamo le macchine e ci dirigiamo verso un
campeggio poco distante da Bonifacio, lungo la strada per Sartene, a
cui avevamo telefonato poco prima. Quando arriviamo, però, sono
quasi le undici e non troviamo nessuno né alla reception né al
ristorante, dove la tizia al telefono aveva detto ci avrebbe accolto.
Decidiamo allora di entrare comunque e piazzare le tende, e facciamo
bene, perché pochi minuti dopo la sbarra all'ingresso si chiude,
lasciando fuori un malcapitato motociclista nella stessa nostra
situazione.
Il
posto non è dei migliori: terreno durissimo, e macchine che
sfrecciano sulla strada che passa a una decina di metri.. non si
prospetta una gran notte!
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