DAY 4: Il pollo e il leone

17 Agosto 2015
Bonifacio - Roccapina - Propriano


Ci svegliamo di buon mattino, ma è evidente che nessuno di noi ha dormito particolarmente. Con la consueta lentezza facciamo colazione, sbaracchiamo tutto e ci accingiamo a pagare.

Ci rimettiamo in marcia verso le dieci passate, e lungo la strada ci fermiamo in un piccolo supermercato per un po' di spesa. Tra le altre cose, abbiamo la malaugurata idea di comprare un pollo già pronto da mangiare a pranzo: il perché dell'aggettivo “malaugurata” lo capirete più avanti. Dopo un'altra decina di chilometri arriviamo alla nostra prima meta di giornata: il sito di Roccapina. Il piatto forte della zona è la sua superba spiaggia, raggiungibile tramite una stradina sterrata (poco) segnalata. La strada non è in grandi condizioni, ma nonostante tutto riusciamo ad arrivarci, e la vista è davvero meravigliosa.




Si tratta di una caletta tranquilla, con spiaggia bianca e acque turchesi. La particolarità qui è il famoso “leone”: sulla destra della spiaggia, infatti, si ergono una serie di pareti rocciose. In una di esse, con un po' di fantasia, è possibile riconoscere la testa di un leone, che si erge come fosse il guardiano della baia.



Voci sul web parlano anche di un elefante e addirittura di un gorilla, ma forse è necessaria l'assunzione di qualche sostanza stupefacente per essere in grado di vederli..
Sempre sulle pareti che sovrastano la spiaggia fanno la loro scena anche le rovine di una vecchia torre genovese, che è possibile raggiungere tramite una camminata che parte dall'entrata alla spiaggia.

In mattinata ci rilassiamo al sole per un po', fino a quando decidiamo di pranzare con il pollo comprato qualche ora prima. Mai idea fu più funesta: non appena iniziamo a tagliarlo, veniamo attaccati da uno sciame di vespe, che arrivano poco alla volta ma che ben presto diventano un numero considerevole, trasformando il pranzo in una vera e propria guerra! Guerra che si estende inoltre ai malcapitati vicini di ombrellone, che vengono a loro volta infestati dai nuovi arrivati.. in breve tutta l'area della spiaggia vicina a noi è alle prese con le vespe, e siamo costretti a spostarci di qualche decina di metri. Morale della favola: non portate cibo in spiaggia a Roccapina!


Dopo il (sofferto) pranzo, io e il Presidente decidiamo che è ora di farsi una bella camminata fino alla torre genovese menzionata prima. Il sentiero parte appunto dall'imbocco della spiaggia, ma ci accorgiamo quasi subito che non è stata una grande idea: il caldo del primo pomeriggio è torrido, e la poca ombra lungo il percorso non basta a dare sollievo. Oltretutto, il sentiero si rivela più difficile del previsto, in quanto presenta parecchi bivi senza segnalazione e più volte sbagliamo percorso. Tra soste ed errori vari, in poco meno di un'oretta arriviamo finalmente in cime, dove si ergono le rovine della torre. Quassù il vento forte dà un po' di sollievo dal caldo, e la vista sulla spiaggia sottostante è incantevole.



Sempre dalla torre, si può ammirare la spiaggia situata dalla parte opposta del capo, che appare deserta in quanto raggiungibile solo tramite una lunghissima camminata a piedi di qualche ora.



Ci prendiamo un po' di tempo per dissetarci e fare qualche foto, dopodichè affrontiamo la discesa, per fortuna meno impegnativa della salita. Torniamo quindi in spiaggia che è ormai metà pomeriggio, e dopo un ultimo bagno rinfrescante, riprendiamo la strada in direzione Propriano.

Percorriamo la N196 fino a Sartene, dove ci fermiamo pochi minuti per qualche foto, e poi proseguiamo ancora verso nord. Superata Propriano, ci addentriamo in una piacevolissima zona di campagna, molto diversa da quelle attraversate in precedenza, caratterizzate da numerose aree viticole.



E il campeggio a cui siamo diretti si trova, in effetti, all'interno di una di queste aree: si chiama Domaine Kiesale – Abbatucci, situato nel bel mezzo del “Maquis” nella valle del Taravo. Si tratta di una vasta area (circa 4 ettari di terreno), di cui una parte è adibita a campeggio. All'entrata, si trovano la reception, dove sono in bella mostra i vini prodotti sul luogo, ed un ristorante che offre prelibatissimi piatti tutti legati ai prodotti del territorio circostante, in particolare alla “vacca tigrata”, una razza di mucca allevata nella zona. I prezzi sono anche economici, quindi già con l'acquolina in bocca ci accingiamo speranzosi a chiedere se hanno un tavolo per noi.. ma purtroppo ci rispondono che hanno già tutto prenotato: la delusione è grande! Mestamente, seguiamo un tizio un po' bizzarro (che parla un misto di spagnolo, francese e italiano) che ci indica dove piazzare le tende, e ci prepariamo il nostro solito piatto di pasta col fornellino.. un vero peccato, perché i piatti del ristorante sembravano davvero deliziosi.

Ci consoliamo, però, con una vista del cielo notturno davvero magnifica: da qui si vedono così tante stelle da non riuscir quasi a distinguere le costellazioni!

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