DAY 3: Preikestolen

Domenica 10 agosto 2014

E' il giorno del Preikestolen, una delle tappe più attese di questo tour norvegese!

Ci svegliamo verso le 8, sopravvissuti alla tempesta, e scopriamo di essere di una lentezza imbarazzante: ci mettiamo in moto non prima di un'ora buona. Il tempo oggi è clemente, per fortuna: nella notte ha smesso di piovere e le nuvole hanno lasciato spazio a un tiepido sole.

Arriviamo al molo di Stavanger e ci imbarchiamo sul traghetto per Tau: la traversata dura una quarantina di minuti in tutto. Scendiamo e ci dirigiamo verso la meta; durante una breve sosta, perdiamo la nostra preziosissima cartina stradale. Scatta il panico: torniamo indietro lungo la strada, e per fortuna l'avvistiamo per terra poco più indietro, su un lato della carreggiata, mentre urliamo come pazzi manco avessimo visto una renna!
Scampato il pericolo, dopo una decina di minuti arriviamo al parcheggio del Preikestolen, dove ci fanno sborsare altre 100 corone (ma qui è tutto a pagamento?).


Ci armiamo di zaino e pazienza, e verso le 10.30 si comincia la salita! Lo avrete già letto probabilmente da qualche parte, ma lo ribadisco: la quantità di turisti che si incontrano lungo il percorso è esasperante, e in alcuni punti capita addirittura di dover attendere in coda per passare.


La salita non è particolarmente difficile (incrociamo anche famiglie con bambini), il dislivello totale è di soli 300 metri, ma essendo un continuo saliscendi non è corta (circa 1h30 di cammino) e presenta alcuni tratti in forte pendenza, un po' faticosi se non si è allenati. Saliamo, saliamo ancora, fino a fermarci sulle sponde di un laghetto per una breve sosta, a circa metà del tragitto.


Proseguiamo oltre lungo l'ultimo tratto, che a differenza del primo è aperto e più esposto al vento. Arriviamo così in cima, dove ad attenderci, grazie anche al tempo meraviglioso, c'è una splendida vista del Lysefjord, 600 metri più in basso. Ma qui le parole si sprecano, è difficile rendere l'idea delle emozioni che si provano stando lì, a pochi centimetri dal precipizio, e nemmeno le foto riescono a descrivere del tutto la magnificenza del posto. Bisogna davvero essere lì!



Mi stupisce tra le altre cose notare come ci sia parecchia gente (come il temerario MaTeo) che si mette davvero sul bordo, spingendosi ben oltre i limiti che una mente assennata suggerirebbe.. :)


Ci godiamo per un po' il panorama, nonostante il vento fortissimo, e cerchiamo di fare qualche foto senza avere nessun turista sullo sfondo (impresa non da poco, vista la folla); poi iniziamo la discesa, più faticosa dal punto di vista mentale.

Dopo una breve sosta per un altro pasto a base di cracker e barrette energetiche, raggiungiamo la base verso le 15, non senza aver prima perso Teo che aveva deciso di staccarci, salvo poi sbagliare strada per il parcheggio.
Recuperato anche l'ultimo membro del gruppo, ripartiamo alla volta della prossima tappa: Bergen.
Imbocchiamo la statale 13, la Ryfylke, una delle tante strade panoramiche della Norvegia, che si snoda attraverso montagne e cascate. Un errore del copilota (il MaTeo, sempre lui) ci porta fuori rotta e ci costringe ad una deviazione di mezz'ora abbondante. 
Prendiamo un primo traghetto, a Hjelmeland, poi proseguiamo fino a Odda, piccolo villagio che si affaccia sull'Hardangerfjord
Nelle vicinanze di Odda, una sosta è d'obbligo per ammirare le maestose cascate Latefossen: alte 165 metri, sono formate da due flussi distinti che si uniscono nel fiume alla base; la strada passa con un bellissimo ponte proprio a pochi metri delle due cascate, con l'acqua che lava direttamente la macchina.



Il viaggio prosegue con un altro traghetto a Jondal, da dove ci gustiamo un bellissimo tramonto, e poi con l'ultimo tratto di strada che sembra non finire mai. 


Per fortuna per questa notte abbiamo prenotato un ostello, poco fuori città. Per trovarlo però ci serve il navigatore, ma la sfortuna vuole che il telefono si scarichi ad una manciata di chilometri da destinazione..
E' ormai tarda sera e vaghiamo senza meta per i dintorni di Bergen, in attesa di un intervento divino, quando finalmente un cartello spuntato dal nulla ci indica la via! Arriviamo in ostello esausti, ma anche affamati, e così dopo la prima doccia dopo tre giorni di viaggio, ci cuciniamo un bel piatto di pasta, e andiamo a dormire stanchi ma con la pancia piena, e con finalmente un letto comodo su cui poggiare la testa.

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