DAY 8: Isole Lofoten, part 1

Venerdì 15 agosto 2014

Ci imbarchiamo verso mezzanotte e mezza, mentre fuori un cielo non più totalmente buio ci ricorda quanto ormai siamo arrivati a nord.

La traversata dura 4 ore, i miei compagni si addormentano sulle poltroncine, io rimango per un po' a guardare il crepuscolo sul mare (in piena notte!), poi approfitto anche io per riposare un po'. Mi svegliano che sembrano passati solo pochi minuti, ma è già ora di scendere. Ancora assonnati, approdiamo sulle tanto attese Lofoten verso le 4 di mattina, col cielo già chiaro. Ci dirigiamo verso il campeggio di Moskenes, dove piazziamo le tende e riprendiamo il sonno là dove l'avevamo lasciato.

A interromperlo di nuovo ci pensa un gruppo di tedeschi, che verso le 7 si cimenta nella colazione più chiassosa della storia, a pochi metri dalle nostre tende. Decidiamo allora di imitarli: pane e nutella, e siamo pronti per la nostra esplorazione delle isole!


Le Lofoten ci accolgono con un freddo glaciale, e con un meteo incerto, con sole e pioggia che cercano di prevalere l'uno sull'altra, senza mai riuscirvi. La visita comincia da Å, piccolo insediamento di pescatori all'estremo sud dell'arcipelago. Il paesino è di rara bellezza, ed è quello che mi ha lasciato più il segno: ovunque ti giri, deliziose rorbuer (palafitte di pescatori) rosse in legno costruite sull'acqua, in un contesto di completa pace e serenità.



Il caos frenetico delle grandi città sembra lontano anni luce, il tempo qui pare essersi fermato. Altra caratteristica è la presenza di numerosi “tralicci” in legno usati per appendere il merluzzo da essiccare, per farci lo stoccafisso (anche se siamo fuori stagione, e quindi ora son vuoti), che qui è prodotto in quantità industriali, tanto è vero che c'è pure un museo dedicato ad esso.


Facciamo una piccola sosta alla bakery (panetteria) di Å per uno spuntino, dove compriamo delle buonissime focaccine alla cannella cotte nell'originale forno a legna dell'800. Se passate di qui fermatevi, sono veramente deliziose.

Proseguiamo la passeggiata per le vie del centro, poi ci dirigiamo verso Reine, altro villaggetto qualche chilometro più a nord. Giriamo un po' anche questo, anche se per la verità ci sembra molto simile al precedente, poi proseguiamo verso Ramberg e le sue famose spiagge.. e qui sembra davvero di essere ai Caraibi! Sabbia bianca finissima, acqua cristallina, il tutto esaltato dal sole che fa capolino tra le nuvole.



Unica pecca, le temperature glaciali e il vento polare: impossibile azzardare un bagno...

Il viaggio verso nord prosegue lungo la E10, la strada turistica delle Lofoten, che ci concede alcuni magnifici scorci sulla costa, fino all'arrivo a Stamsund, capolinea di giornata. Siamo ad un orario imprecisato del pomeriggio, e lo stomaco reclama, per cui decidiamo di pranzare in un bel locale in riva al mare. Ne approfitto per assaggiare il prodotto tipico più famoso del luogo, lo stoccafisso, che mi viene servito con del bacon e una strana salsa di cui non sono riuscito ad identificare gli ingredienti. Non male, anche se il pesce fresco mi sembra tutt'altra cosa :)


Riempita la pancia, facciamo un giretto per Stamsund. Non ho capito esattamente come sia strutturato il paese, ma da quello che ho potuto vedere non sembra avere un centro vero e proprio, piuttosto è formato da diversi gruppi di case sparse lungo la costa, a distanza uno dall'altro. E' certamente diverso da quelli visitati nella mattina (Å, Reine): carine le rorbuer rosse con decorazioni verde, e l'ostello tutto giallo, col suo porticciolo.



Per la notte abbiamo prenotato una rorbu proprio qui: ho sentito molto parlare di questo posto, e del suo eccentrico proprietario, Roar, con cui però non ho avuto occasione di interagire molto. Ci accoglie invece una signora un po' strana (la moglie?), che ci mostra la nostra casetta, accogliente e funzionale, e ci suggerisce una paio di brevi escursioni nei paraggi. L'ostello è collocato in una posizione davvero invidiabile, “incastrato” in una baia e con le colline sul retro.

Molliamo armi e bagagli e seguiamo il consiglio della tizia, salendo in cima alle alture dietro alla casa, per una veduta delle zone circostanti. Con una passeggiata di una ventina di minuti raggiungiamo anche il faro, da cui si ha una bella vista sull'ostello e tutta la baia.

E' ormai sera (ma dalla luce non si direbbe) quando ci rechiamo in centro (anche se è difficile chiamarlo tale) per fare qualche piccolo acquisto, per poi tornare nel nostro alloggio, dove ci cuciniamo un piatto caldo di pasta e terminiamo la giornata con una partita a carte. Fuori, la vista sul porticciolo di Stamsund, che ispira pace e serenità.. le preoccupazioni, i ritmi della vita quotidiana, vengono temporaneamente cancellati da questa atmosfera di totale tranquillità.. queste sono le isole Lofoten.

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